La Vittoria della Vita

Capitolo 1. – La rivelazione del Rebirthing nella mia vita

Capitolo 2. – Rinascere con il Respiro

Capitolo 3. – Consapevolezza e Responsabilità, una nuova visione della vita

Capitolo 4. – Essenza ed Ego

Capitolo 5. – Riconoscere la propria Spiritualità

Capitolo 6. – L’Amore per la Vita

 

 La rivelazione del Rebirthing nella mia vita

 Sospesa tra il cielo e la terra, in uno spazio sordo alla mia coscienza, non sapevo quale senso avesse più la mia vita, chi io fossi, quale risposta nascondesse la mia ricerca di una logica nell’incubo che stavo vivendo allora, non sapevo più nulla, conoscevo solamente la sensazione di morte che mi avvolgeva dall’attimo in cui mio marito aveva scelto il suo trapasso.

Fino a quel momento, la mia vita scorreva leggera nella realtà che mi ero creata, una realtà in cui non c’erano domande sulla mia esistenza e su ciò che rappresentavo per me stessa o per il mondo, mi accontentavo in un certo senso dell’amore di cui mi ero circondata trovando in questo, tutta la protezione di cui avevo bisogno.

La conoscenza del Rebirthing, mi è giunta attraverso il forte sostegno di mia sorella, che conseguentemente alla sua profonda esperienza ai vari seminari negli anni precedenti, vedeva nel Rebirthing, la possibilità per me di andare oltre la mia sofferenza di quel tempo.

Cosi è stato, ho colto il regalo della sua presenza, dei suoi suggerimenti, e ho chiesto aiuto a una Rebirther di sua conoscenza, iniziando cosi, il viaggio dentro di me, senza sapere dove mi avrebbe portato.

Quello che ho trovato alla mia prima seduta, è andato oltre la mia immaginazione. L’amore mi ha aperto la porta in due modi: attraverso l’accoglienza della Rebirther e attraverso il mio respiro.

La sensazione di sentirmi viva grazie all’energia che percepivo nel mio corpo, è stata la luce che mi ha spinto a proseguire per l’intero ciclo di sedute, in una fase in cui la mia paura di morire, ma soprattutto quella di ricominciare a vivere, era molto forte.

Il Rebirthing, questa parola magica che tradotta in italiano significa “rinascita”, rappresenta per me la salvezza che mi sono concessa quando non pensavo potessi averne diritto, e la semplicità con cui ho potuto credere nella mia capacità di superare il dolore attraversandolo con il respiro, rappresenta per me la Nuova Vita.

 

Rinascere con il Respiro

 “Si nasce da soli e si muore da soli”, questa era la mia convinzione quando mi sono trovata ad affrontare la separazione nel lutto. Eppure non ero da sola, al contrario, l’amore della famiglia e degli amici era la campana di vetro dentro cui mi consolavo ma che si rompeva ogni sera, quando chiudevo gli occhi per dormire. Ero sola quindi, mi sentivo a un certo punto sola nel mio sentire, persa in un buio senza fine, ma da cui desideravo voler uscire senza sapere in che modo.

Sapevo però che ero la sola che poteva decidere di fare qualcosa per me se volevo stare bene, e la decisione di affidarmi alle sedute di respiro, fino allora sconosciute, era il mio modo di ricevere il salvagente per non affogare.

Ma cos’è il Rebirthing? Grazie alla mia esperienza, posso dire che è la vita!
E’ la semplicità del respiro stesso, è la scelta di voler cambiare per migliorare la propria realtà, è coraggio, per mettersi difronte a se stessi e specchiarsi con tutto cio’ che si è creduto di se’ e del mondo…è la profondità per quanto riusciamo a far emergere, è energia che ci attraversa, è la scoperta della nostra bellezza interiore, è l’amore che ci unisce!

Respirare è un processo naturale, che genera la vita, cosi naturale che avviene in modo automatico in qualsiasi circostanza noi viviamo. E’ possibile quindi, che questo meccanismo avvenga senza che noi ne siamo consapevoli e presenti all’atto stesso. In un certo senso, mentre respiriamo (viviamo), dimentichiamo che lo stiamo facendo.

Attraverso le sedute di Rebirthing, è possibile sperimentare il piacere di sentire il proprio respiro. Dando spazio a quel soffio che emettiamo dalla nascita, abbandonandosi con fiducia a qualcosa che si pensava di conoscere, ma che può essere lontano da noi, sommesso, corto, meccanico, senza vita! Portare l’attenzione al nostro respiro è leggere il libro della nostra vita! Questo perché il nostro modo di respirare è una conseguenza delle emozioni che proviamo e che guidano il nostro respiro.

Il Rebirthing permette di andare dentro di sè, di cogliere i fiori appassiti e pulire il proprio giardino interiore, dona la consapevolezza che qualsiasi dolore, trauma, paura, blocco emozionale, conscio e inconscio, può essere portato alla luce, accettato, attraversato e superato.

Ogni seduta di respiro, è un incontro intimo con la parte di noi che si nasconde dietro pensieri e vecchie credenze, rivelando la sua forza, dolcezza, e grandezza per quanto amore è in grado di manifestare. E’ un impegno preso con se stessi, ed è una sorpresa, perché non c’è nulla di programmato nel respirare, se non una profonda apertura a tutto cio’ che siamo disposti a voler affrontare e superare.

Tecnicamente questa respirazione preceduta da un colloquio, in cui vengono definiti i nodi emozionali che s’intende sciogliere attraverso la respirazione, non ha una pausa tra inspirazione ed espirazione, in cui si immette maggiore forza nella prima portando il respiro in alto sul petto per poi rilasciare con rilassamento nella seconda, con un tempo massimo che va dai 50 ai 60 minuti.

Il ciclo di sedute è composto da 10 incontri, le prime 9 corrispondono ai 9 mesi dell’età intrauterina e la 10 seduta equivale alla “nascita”.

Quando siamo nel risveglio a noi stessi, qualsiasi percorso di crescita personale scegliamo, ci porta a uno stato di consapevolezza più alto, quello che ci permette di sentirci in un certo senso a casa! Il Rebirthing, dopo aver conosciuto altri percorsi, che seppure abbiano rappresentato per me, la porta per entrare nel mondo della meditazione, della guarigione pranica, dello yoga, della spiritualità, è oggi, quello che mi fa sentire più gioia nella discesa dentro di me, attraverso la chiarezza e la conoscenza dei pensieri, delle emozioni, dell’ego, dell’essenza, della rilevanza dello scenario di nascita, della responsabilità….è il cerchio in cui respiro e che porta le risposte per riuscire a cambiare!

Camminare sulla strada che conosciamo ci rende sicuri, sia che sia una strada ardua o facile da percorrere e cambiare quella strada per qualcosa che non conosciamo puo’ fare paura, ma può essere la nostra possibilità per trovare un mondo migliore, dentro e fuori di noi, …se lo desideriamo.

Il Rebirthing è quella strada sconosciuta che mi ha mostrato la bellezza del cambiamento, regalandomi una Rinascita!

 

Consapevolezza e responsabilità, una nuova visione della vita

Prima di intraprendere il percorso di crescita personale con il Rebirthing, ma prima ancora di iniziare la mia ricerca spirituale, e di approcciare ai concetti di Anima, Spirito, Energia, Reincarnazione, Fede, ero convinta che ciò che credevo di essere, il lavoro che svolgevo, il tipo di relazione che avevo, ma cosi come tutto ciò che mi mancava, come la tranquillità economica a quel tempo, la qualità della mia vita in generale, dipendessero da una ruota della fortuna che chissà per quale motivo, potesse decidere di girare con un premio della felicità per alcuni e con qualche disgrazia per altri. “Folle la vita, a chi toglie e a chi regala, il povero e il ricco, il saggio e l’ignorante, il buono e il cattivo, l’ombra e la luce”, questo era uno dei miei pensieri in cui mi sentivo spettatrice e non protagonista della mia vita.

Quando mi sono posta le prime domande sul senso della mia vita, e sul senso della morte, quando ho iniziato a sentire la sofferenza e il disagio, ma anche a percepire il desiderio di voler stare bene, quando ho iniziato a mettermi in ascolto dei pensieri e delle emozioni che provavo, è stato un risvegliarmi a me stessa, contattando il mio mondo interiore fino ad allora sconosciuto ed oggi lo vivo come il dono che mi ha consentito di essere presente alla mia vita.

La consapevolezza e cioè, osservare i nostri pensieri e le emozioni che ne sono il loro risultato, chiedere a noi stessi quali sono gli obiettivi e i desideri che vorremmo raggiungere, cosa vorremmo cambiare nella nostra vita, è la lettura del qui ed ora, che ci consente di essere, se lo vogliamo, nuovi ogni giorno, attraverso pensieri ed atteggiamenti nuovi.

Essere consapevoli è il primo passo per una rinascita, ma che necessariamente e inevitabilmente deve essere seguito dal riconoscimento della propria responsabilità al 100%, che ci permette di affermare che noi siamo l’autorità della nostra vita, solo noi infatti, attraverso questo riconoscimento, siamo in grado di cambiare ciò che pensiamo di essere, e di conseguenza anche le esperienze che viviamo. E cosa vuol dire riconoscere pienamente la propria responsabilità?

La responsabilità, è l’insieme dei pensieri e delle credenze consce e inconsce che ho su di me, che proietto fuori di me e attraverso questi io manifesto e creo la mia realtà.

Le esperienze che in qualche modo prendono forma fuori di noi, sono il risultato dei pensieri e delle credenze che abbiamo su di noi, qualsiasi cosa noi crediamo di essere consciamente e inconsciamente lo manifestiamo tutti i giorni, ogni momento, fuori di noi, creando situazioni ed eventi che sono equivalenti al tipo di pensiero che abbiamo su di noi.

Attraverso il Rebirthing ho visto come io abbia manifestato situazioni ed eventi nella mia vita, che sono stati il risultato del mio credermi fragile, indifesa, incapace, piccola, non all’altezza. Ricordo come in quante occasioni nella mia infanzia, io mi sentissi cosi, e crescendo lo abbia sempre più creduto, vivendo situazioni e circostanze che in qualche modo confermavano i pensieri che avevo su di me.

Quando ho accolto e compreso il concetto di responsabilità, e cioè che tutto cio’ che ho e che non ho nella mia vita dipendono da me, e non da un fattore esterno, mi sono resa conto di quante possibilità io avessi di poter essere una persona migliore, di poter essere felice, di fare cose che mai avrei immaginato poter avere.

Ripercorrendo la mia esperienza, sento come il passaggio dal mio sentirmi vittima della vita, delle circostanze, alla nuova visione di me che mi vedeva per la prima volta “creatrice della mia vita”, sia stato un passaggio, netto e incisivo integrato successivamente allo stupore iniziale, in cui mi chiedevo: ”Come è possibile che io sono responsabile della mia sofferenza e di tutti gli abbandoni vissuti fino ad oggi? Avevo, nonostante le prime difficoltà a comprenderne il senso, ricevuto una bella e sorprendente notizia e un dolce sollievo che ha alleggerito quel peso enorme che avvertivo al centro del mio petto. Riconoscere la mia responsabilità, mi ha dato la possibilità di proiettarmi su un futuro diverso, ma soprattutto di vivere un presente in cui sono nel pieno potere di correggere cio’ che non mi permette di gioire, come i pensieri limitanti, di paura e di morte, con cui ho condiviso gran parte dei miei giorni. Attraverso questo riconoscimento, siamo liberi, impariamo a scegliere, a desiderare e a sognare. E la vita cambia! I nostri pensieri e le nostre emozioni cambiano! Abbiamo il timone tra le mani, siamo il comandante della nostra nave, e navighiamo con attenzione, senza temere le onde, perché sappiamo che se c’è una tempesta, noi siamo in grado di affrontarla perché attraverso il cambio di rotta che facciamo dentro di noi, cambiando i nostri pensieri, possiamo giungere con le nostre forze a ogni destinazione.

Responsabile e non vittima quindi, essere nella posizione di creatrice e non nella posizione di colui che aspetta un aiuto dall’esterno, una mano del Cielo per cambiare la propria vita.

Con il Rebirthing, tra i seminari e le sedute individuali, mi sono permessa di ricevere informazioni di me che non conoscevo, attraverso i quali, una volta processate e integrate, con le affermazioni di nuovi pensieri di me, ho aperto la porta al cambiamento nella mia vita.

La visione di me e della vita oggi, è rappresentata dal coraggio, dalla determinazione, dalla stima di me, dalla gratitudine per cio’ che ho vissuto, dalle situazioni di gioia a quelle di dolore che sono state rivelatrici di insegnamenti preziosi inaspettati, è una visione bella che riconosco dopo aver riconosciuto la mia Essenza, l’Amore che sono e che avevo dimenticato di essere.

 

Essenza ed Ego

Tra i tanti doni ricevuti dal Rebirthing, c’è stato il disegno chiaro del mio mondo interiore, un disegno che ho colto come una lettura intensa e profonda dei miei pensieri e delle emozioni conseguenti, permettendomi di conoscere e comprendere per la prima volta, la differenza tra Essenza ed Ego e scoprire come entrambi siano la mia manifestazione.

Ma cos’è l’Essenza e cos’è l’Ego?
L’Essenza è il nostro vero sé, la naturale espressione della nostra Anima, lo stato del nostro essere che da sempre è dentro di noi, un oceano di Amore e di Luce che ci sostiene e che aspetta solo di essere ricordato e riconosciuto.

E’ la gratitudine che sento per essere in vita, la fiducia dinanzi un ostacolo, la gioia che provo innaffiando le piante, è la creatività che mi avvolge nel desiderio di scrivere, è la stima, il rispetto per me stessa e per ogni forma di vita, è la presenza che non conosce tempo, la Pace nel mio cuore, la semplicità di un respiro, è l’amore che riconosco come l’unica strada per me da percorrere.

Quando scelgo di vivere nella mia Essenza, sono nell’unità, i miei pensieri sono diretti verso l’Amore, verso la verità, sono pensieri costruttivi, di abbondanza, calmi, liberi e tutti nella fiducia che sento in Dio. Provo allora il piacere di guardare il cielo e con stupore ammirare il volo di un gabbiano e nel farlo, percepirne la mia perfetta connessione con l’Universo.

Quando rispondo con fiducia a ogni evento, situazione, quando sono nella certezza che nonostante le difficoltà o il dolore che possono portare con sè, hanno in fondo un insegnamento, una lezione preziosa per la mia crescita, quando sento la sicurezza che nulla mi viene tolto, e ciò che non vivo più è perché non è più necessario, quando sento il diritto di essere felice, allora sono nel pieno riconoscimento della mia Luce interiore che mi esorta a danzare lasciando i limiti di me a cui ho sempre creduto.

Riconoscendo la mia Essenza, la mia bellezza, sentendo l’Amore, la pace, la calma, la leggerezza, il piacere, la gentilezza, il rispetto, sono in grado di riconoscerle nell’altro, senza timore, senza paura alcuna, in un nuovo stato di coscienza.

Come ho riconosciuto la mia Essenza e quanto io viva nella mia Essenza è quello che mi chiedo ora, nel momento in cui mi vedo in cammino sul ponte che la collega al mondo dell’Ego. Ho trascorso gran parte della mia vita scegliendo l’Ego senza sapere cosa fosse, e senza conoscerne la natura, l’ho scelto come la mia espressione nel mondo.

Ho creato la mia immagine e l’ho manifestata con gli eventi senza averne la consapevolezza e il riconoscerne la mia responsabilità, i punti di partenza nella mia esperienza, attraverso i quali ho imparato, e sto imparando tutt’ora a spogliare sempre di più la mia identità che ho costruito per dare spazio a ciò che in realtà sono, Essenza!

Ed è cosi, la disidentificazione dal mondo dell’Ego avviene con una serie di processi che scegliamo di mettere in atto quando spinti dal desiderio di cambiare, attraverso la consapevolezza di cio’ che siamo, dove siamo, cosa proviamo, cosa vogliamo diventare, attraverso il riconoscimento della propria responsabilità al 100% di tutto cio’ che viviamo e che non viviamo, portando alla luce i nostri pensieri inconsci, antiche memorie, lasciamo andare le prigioni dell’ego, con le vecchie credenze di noi stessi per entrare in contatto con la nostra Essenza, l’Amore, la Felicità.

Ciascun pensiero poco gentile, riduttivo, limitante che possiamo avere nei nostri confronti, il freno a mano che ci blocca e non ci permette di volare con la paura e le emozioni di rabbia, gelosia, invidia, separazione, preoccupazione, sono caratteristiche dell’ego, la nostra mente che teme, rifiuta, giudica, escogita, controlla, manipola, blocca, frena, minaccia, imprigiona, separa, attacca, aggredisce e si difende.

Il mio ego, ossia, i pensieri a cui sono stata fedele per tanto tempo sono pensieri in cui io credo di essere sbagliata, non all’altezza, fragile, o brutta, stupida giudicandomi incapace, inutile e si manifesta ogni volta con lo stesso identico schema che è quello di allontanare l’altro e provare rabbia, paura, gelosia, invidia. Un gioco che sono abituata a vivere, ma che ora riesco a interrompere a volte con più facilità a volte con meno, ricordando comunque la mia legge essenziale che è l’opposto di cio’ che ho sempre creduto di me.

Ho poi tolto le maschere alla pulsione di morte, scoprendone il peso nei miei pensieri, nel mio agire, nel mio essere. Il fallimento, la rottura, la separazione, mi sono diretta sempre verso l’idea della fine in ogni cosa, attraverso i pensieri, i sogni, nel mio modo di comunicare con il prossimo. E mi sono sempre sentita a mio agio in questo, è stata la mia unica possibilità che avevo, e laddove c’era un desiderio costruttivo, una voce interiore, mi riportava alla morte di cio’ che avevo appena pensato. E comprendo come e quanto io sia stata quella paura di morire, accettando un idea di me piccola, inutile, sbagliata, cattiva, insignificante e incapace. Ogni buon momento felice per me, nascondeva il pensiero” tanto non dura, finirà!” Rileggendo il mio passato, ho potuto vedere quanto la pulsione di morte sia stata forte fin dall’età di 12 anni, periodo nella quale ho vissuto una crisi esistenziale che ricordo oggi molto bene, e che si è interrotta dopo 2 mesi con le vacanze estive. Ho l’immagine di me che studiavo scienze e precisamente il capitolo riguardante la “fotosintesi”, e che all’improvviso mi rendo conto di non sentire più il mio respiro, o meglio, respiravo, ma avevo la sensazione di non respirare e mi chiedevo come fosse possibile che io stessi in vita, in che modo il respiro mi permetteva di vivere? E se smettessi di respirare? Morirei? Il battito cardiaco accelerava e la paura la avvertivo nella pancia, cosi mi sono recata in cucina dai miei genitori che stavano preparando la cena: “ Mamma, ho paura di morire…!” Con il suo stupore e l’incredulità di mio padre cercano di sdrammatizzare la mia paura e le mie parole, e dopo aver trovato un po di calma, la stessa situazione si è ripetuta per i successivi 2 mesi. Mi recavo a scuola solo per effettuare una interrogazione o un compito in classe e mio padre mi riportava a casa. Non volevo andare alle feste di compleanno perché “ non ha senso andarci, se poi la festa finisce” dicevo ai miei genitori. Sentivo un vuoto profondo, una forte angoscia e non sentivo la vita. Tutti i miei cugini, mi davano sostegno a loro modo, perché sapevano che stavo attraversando qualcosa che nemmeno loro sapevano spiegare. La distrazione con la partenza nelle vacanze estive ha sospeso questa fase di disagio e chiusura, e soprattutto ha addormentato la paura di morire.

Quei momenti sono per me la mia chiara espressione e manifestazione della pulsione di morte che mi portavo dentro, sia per tutto ciò che mia madre non aveva risolto con il lutto del suo compagno (antecedente a mio padre) e sia per la perdita del mio gemello al terzo mese di gravidanza.

E’stato bello trovare il collegamento tra gli eventi passati, e altrettanto sorprendente riconoscere come ogni circostanza che ho vissuto fin dalla nascita, abbiano evidentemente dimostrato la

pulsione di morte che una volta portata alla luce, io abbia trasformato e sto tutt’ora trasformando su altri livelli, nella gioia di vivere la vita con la fiducia e l’amore.

E accade questo, quando impariamo a conoscerci, accogliendo l’Ego e riconoscendo la nostra bellezza, che è la nostra Essenza, siamo nella possibilità di compiere un viaggio straordinario di evoluzione e di crescita che si attua giorno per giorno attraverso l’esperienza e le prove che viviamo come dimostrazione della nostra scelta tra Ego ed Essenza.

 

Riconoscere la propria Spiritualità

Il ricordo che ho della educazione religiosa, che ho vissuto nella mia famiglia, è la preghiera vissuta come un senso del dovere e come una salvezza dai brutti pensieri e dal pericolo. Una preghiera rivolta a Gesu’ tutte le sere prima di dormire e la partecipazione sporadica alle messe in Chiesa la domenica mattina. Crescendo nell’età adolescenziale, la mia frequenza in queste attività è andata quasi del tutto scomparendo. Cio’ che nutrivo interiormente era la certezza della morte che sarebbe sopraggiunta un giorno lontano, intanto avrei vissuto senza pormi troppe domande sul senso della vita e su cosa ci fosse dopo la morte.

L’incontro con una professoressa di Lettere e Antologia alle scuole Superiori, oggi mia carissima amica, ha scaturito in me il sorgere di alcune domande. Cio’ che udivo da questa donna, che andava oltre il suo ruolo di insegnate della materia, erano profonde parole di fiducia nella vita, e in quelle trovavo un senso alla mia vita, soprattutto quando pronunciava: “ Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”, cit. di un biologo filosofo del ‘700, Antoine-Laurent Lavoisier. Questo è stato il momento in cui ho iniziato a chiedermi chi io fossi, e perché ero in vita, all’età di 15 anni quando mi sentivo un puntino nell’Universo, inseguivo l’idea che c’era qualcosa di più grande della paura stessa della semplice interrogazione, che non era tutta li la mia vita, ma sapevo che era nel senso che cercavo, nelle risposte che volevo avere e che non avevo.

Una volta ultimata la scuola con il diploma, la sete di risposte si è placata, e in un certo senso mi sono apparentemente riaddormentata nella leggerezza e spensieratezza della giovane età fino a quando dinanzi la morte di mio marito, ho nuovamente e in modo più intenso, chiesto rivolgendomi a Dio, quale fosse il senso della mia esistenza, della sofferenza che provavo, e chi io fossi.

Tutte le domande che mi ponevo 25 anni prima erano riemerse prepotentemente ed ero alla ricerca di risposte, attraverso i libri di autori mistici che mi parlavano di angeli, della vita dopo la morte, di filosofia quantica, di energia, con lo sguardo sul buddismo, sul sufismo nell’antica Persia, e con l’approccio alla meditazione, per poi giungere al Rebirthing che è stata la ciliegina sulla torta che avevo preparato.

Quando ho chiesto a Dio “Ti prego Aiutami!” quel Dio mai implorato cosi forte, in me è avvenuto qualcosa, anzi molte cose sono successe, perché nonostante mi sentissi persa in un vuoto senza fine, io ho sentito l’Amore e il desiderio di andare incontro a esperienze di Amore che mi hanno regalato gioia inaspettata. Il piacere del silenzio, la cura per i gatti che negavo prima, la bellezza che vedevo nel volo di un ape che si posava su un fiore….mi sentivo libera in tutto questo, non c’era il dolore, o meglio c’era anche quello, ma ho imparato insieme al dolore a sentirmi viva e amata in quello che avevo scoperto di riuscire a fare. Aprirmi alla Vita! E questo è stato per me un riconoscimento della Spiritualità, la risposta alla domanda più grande che avevo, Io sono Amore, nata per Amore di Dio che è Amore stesso, e io attraverso questa incarnazione lo ricordo e lo riconosco.

La Spiritualità per me ha un senso profondo per quanto profonda è la conoscenza di me stessa. È il collegamento che sento con chi e con cosa mi circonda, è la forza che trovo nella fiducia che sento in Dio, certa che sono in grado di attraversare una difficoltà che è li per me, perché nasconde un’altra verità da comprendere e integrare. E’ il riconoscere la mia grandezza che vedo nell’altro, è imparare a rispettare ogni forma di vita, è accogliere il cammino degli altri anche se non è il mio…è sentire l’Amore dentro di me, e avere il piacere di darlo, è sapere che siamo tutti Amore e tutti siamo alla ricerca di Amore, in questo viaggio di Vita in cui manifestiamo la separazione per poi riconoscere che siamo Uno.

Riconoscere la propria Spiritualità è identificarsi con la propria Essenza e vivere in funzione di questa consapevolezza, è respirare la propria missione e scoprire come possiamo manifestarla. E divenire Rebirther, rappresenta per me la mia scelta che è frutto del riconoscimento spirituale che ho dentro di me.

Mi piacerebbe un giorno, attraverso le sedute di Respiro, trasmettere un messaggio di fiducia in se stessi e nella Vita, dare al mondo il mio contributo con l’ascolto, l’accoglienza, vorrei donare la mia esperienza come testimonianza di trasformazione e Rinascita.

 

L’AMORE PER LA VITA

Si puo’ arrivare ad amare di nuovo anche dopo un grande dolore o dopo un evento di profonda sofferenza, ed è possibile anche quando crediamo non lo sia, desiderarlo, fa la differenza. Riuscirci rappresenta l’inizio di un nuovo viaggio dentro di se. Amare la vita consapevole di avere la possibilità di dare il meglio di me, è il cambiamento che ho scelto e a cui dirigo tutta la mia energia. Con il coraggio di sbloccare cio’ che mi trattiene all’infelicità, continuo passo dopo passo a ringraziare per il mio cammino scelto consapevolmente.

La vita oggi è una vittoria per me, ha un grande senso, ha valore, ha una forma, ha un nome ed è Amore!

Emanuela Pedullà, Roma