Rebirthing: la Porta della Libertà

Con questo scritto voglio raccontare come ho riscoperto chi ero veramente e di come si può riuscire a scoprire i propri pensieri limitanti verso la strada della libertà.

Ho scelto questo titolo perché tra le tantissime cose che ho attraversato, compreso, alleggerito con il percorso del Rebirthing, per me, è stata una delle chiavi per aprire la porta della libertà.

Come possiamo definire libertà?

Dal vocabolario sentiamo questo: per libertà si intende la facoltà di pensare, di operare, di scegliere a proprio talento in modo autonomo.

Siamo sicuri di scegliere nella nostra vita in modo autonomo?

 

Io ho cominciato a rendermi conto che in me esistevano convinzioni, programmi per cui ripetevo spesso le stesse dinamiche nelle relazioni, nell’ordinare la mia vita e ho cominciato a sentirmi prigioniera di abitudini che ripetevo nella mia vita quotidiana e di cui non riuscivo a liberarmi.

Praticavo yoga già da molti anni, mi sentivo discretamente rilassata ma comunque trattenuta. A qualche livello intuivo di dover prendermi più spazio, liberarmi dai pesi mentali ed emozionali di cui cominciavo a prendere coscienza. Quell’estate, mi sono data la possibilità di provare il Rebirthing. Mi sono innamorata, ho sentito che in quel respiro, in quella tecnica, c’era la chiave per portare alla luce i pesi, le angosce, le paure che sentivo smuoversi dentro e dalle quali mi sentivo incatenata in pensieri di paura verso il mondo, verso le persone. Non mi riconoscevo più nell’inquadramento di moglie e mamma in cui mi ero messa da sola e ho sentito che lì, in quel respiro, c’era il modo, per me, di uscire allo scoperto, di ritrovarmi, alleggerirmi.

Ho fatto 10 sedute e dicevo a tutti che mi sembrava di aver viaggiato tremila anni dentro di me! L’anno successivo ho deciso di frequentare la Scuola di formazione per poter condividere al mondo quello che avevo attraversato io che per me a quel momento era già una meraviglia!

Quando ho capito che sarei dovuta andare lontano per imparare questa tecnica, sono andata in panico, ho attraversato tante paure, di lasciare la mia famiglia (vivevo la sensazione dell’abbandono), di perdermi, di non trovare la strada, di arrivare e non essere accolta o di essere ricevuta male…. Oggi sento quanto già si erano smosse le paure del mio scenario di nascita!

 

L’intuizione però che quella era la strada giusta per me, il sostegno di mio marito e della mia grande famiglia, hanno fatto sì che seguissi di più il desiderio rispetto alle paure.

Così sono partita in quella che ricordo come una delle mie più grandi avventure. Credo di essere stata in apnea per quasi tutto il viaggio ma quando sono arrivata mi sono sentita a casa, mi sono sentita accolta, compresa. Dopo alcuni seminari ho capito che quello che pensavo di aver attraversato con un ciclo di sedute, era soltanto l’inizio e quanto avrei potuto ancora infinitamente viaggiare dentro di me!

Il desiderio di imparare e condividere questa meraviglia mi ha portato a scavare di più e di più dentro di me. Nonostante gli ostacoli, la fatica, le resistenze, ho compreso e sento ogni giorno di più quanto è servito.

Già il partire per stare via dei giorni mi è servito per uscire dal confort che mi ero creata ed è stato per me già assaporare l’idea di quanto la famiglia, le relazioni possono essere fonte di libertà se ce lo permettiamo. Se vediamo come con fiducia, libertà, armonia, si possono vivere le relazioni e quanto esse siano costruttive, arricchenti, entusiasmanti, fonti di abbondanza.

 

Già parlando di libertà nelle relazioni io sono partita in questo percorso con la convinzione che le relazioni fossero VINCOLANTI. Oggi capisco meglio quanto questo pensiero abbia avuto origine nel mio scenario di nascita in cui mi sono incastrata nella pancia di mia mamma e, crescendo, abbia pensato che se si iniziava una relazione, questa rappresentava un impegno inteso per me come un vincolo dal quale non ci si poteva sciogliere. Infatti ho sempre fatto moltissima fatica a lasciare relazioni o amicizie che per me erano diventate mal sane perché il mio “programma”, convinzione mentale mi impediva di lasciare. Ho deciso per anni di non avere relazioni pensando di sentirmi al sicuro, autonoma e libera ma anche questo era in reazione alla mia idea di relazioni.

Piano piano qualcosa dentro di me si è sciolto e oggi ho aumentato la mia capacità di comunicare, di esprimere ciò che sento e che voglio. Sento che posso vivere le relazioni in un sentire di libertà, fiducia, armonia, benessere, sicurezza.

 

Come ho potuto osservare in me il grande nodo, la convinzione o il pensiero limitante che avevo nelle relazioni e ho potuto lavorarlo, attraversarlo col respiro, così oggi posso vedere e sentire in ognuno dove ci sono nodi, pensieri limitanti e si può proporre di lavorarci.

Osservando, facendo emergere i nodi, i programmi che ognuno di noi ha sulle relazioni, per esempio, si può veramente arrivare ad avere in mano una chiave per aprirci la porta della prigione mentale, emozionale in cui ognuno di noi si chiude senza esserne del tutto consapevole.

Grazie a questa tecnica infatti, ognuno ha la possibilità di vedere, rendersi conto di come ci chiudiamo in prigioni di convinzioni, pensieri limitanti, credenze, superstizioni, programmi religiosi… Con un percorso di Rebirthing si trovano le chiavi delle porte di queste prigioni invisibili!

Una volta trovato il pensiero limitante, il significato, il valore che noi diamo ad alcuni concetti fondamentali, ho fatto prima l’esempio delle relazioni, lo si porta alla luce, una volta visto, si può lavorare su quel pensiero che ci blocca. Si attraversa il dolore, il momento della nostra vita nel quale abbiamo deciso che quel pensiero fosse la verità per noi. Si va a processare, tirare fuori magari ricordi e convinzioni che abbiamo creduto vere e li si attraversa, li si guarda con una visione più allargata e responsabile per pi poterli trasformare e installare attraverso le nuove formule, i nuovi pensieri positivi utili per noi, nella nostra mente e attraverso il respiro li si integra man mano nel nostro sentire.

 

Questo ci serve per avere una visione più allargata e di cambiare angolo di veduta rispetto a noi, alla nostra vita, agli altri, alle relazioni e al mondo.

Con il tempo, la costanza e la fiducia, si arriva ad avere visioni diverse, più ampie, più leggere e quindi libere di noi stessi e del mondo.

Per me la libertà in questo senso è rappresentata dal fatto che una volta vista, portata alla luce, una dinamica o pensiero profondo, ho la capacità, la possibilità e gli strumenti giusti per cambiarla e scegliere ogni volta se applicare nel mio quotidiano la vecchia dinamica che conosco bene o la nuova che sto integrando in me!

La prima sensazione che ho avuto durante il primo ciclo di sedute che mi sembrava di aver viaggiato tremila anni dentro di me, potrei raccontare il Rebirthing come un viaggio nell’anima per portare alla luce la parte più profonda e vera di noi liberandoci dalle armature che fin dalla nascita crediamo di dover indossare e, crescendo, le alimentiamo pensando che siano l’unico modo per camminare sicuri nel mondo per proteggerci nella vita.

E’ un percorso che ci porta a riscoprire la meraviglia che c’è in noi e in ognuno e nel mondo!

Con il Rebirthing ho imparato e visto anche quanto possiamo osservare il mondo, il nostro mondo con uno sguardo il più possibile libero.

 

Se per qualche motivo ci sentiamo stretti in una situazione, non vediamo che una via di uscita; è per il nostro pensare al fatto che, a volte, ci sia solo una soluzione. Ho potuto rendermi conto in questo cammino che forse non sempre ce ne sono molte ma, ogni situazione complessa che ci troviamo a vivere, ci sia almeno UNA alternativa. C’è sempre almeno un altro modo di vedere le cose se non più di uno, per questa scoperta rappresenta un’enorme fonte di libertà, di scelta, di vita, di decisione.. Possiamo guardare la vita da altri angoli, noi siamo immersi nel nostro angolo di visione e vediamo solo un pezzo della scena che stiamo vivendo. Se però prendiamo un respiro, prendiamo spazio e proviamo a guardare da altri angoli, riusciamo ad avere una visione allargata di quello che stiamo vivendo. Se non ci focalizziamo chiudendoci nella prigione mentale di un’unica modalità di veduta possiamo davvero allargare la visione e vedere altre soluzioni. Riuscendo a valutare soluzioni diverse per ogni cosa io sento un’enorme libertà data dalla possibilità di scelta tra più opzioni. Se già riusciamo a vedere soluzioni alternative sta poi veramente a noi in consapevolezza e responsabilità, scegliere come agire.

Parlando di scelta apriamo la strada alla libertà di azione. Infatti se già riesco a vedere soluzioni alternative mi creo la possibilità di agire in modi alternativi e mi dò la possibilità di decidere come più sento meglio per me. Non decido più in base alle convinzioni, bisogni di approvazione, paura del giudizio, compiacimento, ma decido consapevolmente libera da questi bisogni limitanti e veramente seguo il mio sentire più puro e profondo.

 

Anni fa ascoltavo una canzone sulla libertà e colsi la definizione: libertà è partecipazione. In effetti ci sta come definizione perché oggi mi rendo conto di aver trattenuto molto il mio sentire e la mia espressione. Sento quanto stanno cambiando i meccanismi dentro di me e quanto sono pronta ad esprimermi sempre più liberamente. Forse mi serve di inserire ancora più decisione, fermezza e sicurezza nel mio esprimere. Ma sento che sto togliendo quasi completamente il freno a mano ed esprimo sempre di più seguendo il mio sentire.

Questa forza mi è arrivata dal fatto che mi sento libera dal bisogno di approvazione, mi sento libera dal bisogno di compiacimento e anche a costo di non essere compresa esprimo sempre di più il mio sentire profondo. La maggior parte delle volte mi approvo, mi sento legittimata ad esprimermi, sento spazio, libertà e partecipazione nel comunicare in mezzo alle persone.

Veramente comprendo quanto libertà è partecipare al mondo!

 

Per me oggi libertà è sentirsi insieme in corpi separati ma uniti tra loro e con l’Universo da un soffio, dal respiro che alita vita insieme con gli animali, le piante e il Tutto. Quando mi metto a respirare nel bosco guardando le piante, sento che c’è qualcosa in più che va oltre ai nostri corpi, che va oltre alla nostra vista ma è nel nostro sentire. Siamo Uno con l’Universo.

Ho avuto più volte la sensazione che non siamo MAI soli, è come se qualcuno fosse sempre in ascolto dei nostri pensieri, del nostro sentire: l’Universo, Dio o come meglio vogliamo chiamarlo..

 

Quello che intimamente e profondamente siamo lo sente, se solo ce lo permettiamo facendo silenzio nella nostra mente, facendo il vuoto dei nostri pensieri riusciamo a captare anche solo per qualche istante quella connessione profonda che ci unisce a un Tutto supremo. Se ci ascoltiamo e ascoltiamo, il silenzio ha moltissimo da dirci, da comunicarci. Siamo molto di più di quello che crediamo. Siamo esseri divini che fanno un’esperienza terrena.

Se nel percorso alleggeriamo le prigioni, le gabbie, le cornici in cui ci mettiamo inconsapevolmente, possiamo riconnetterci in completa libertà con il nostro essere profondo e unico che è in comunione con gli altri esseri profondi e unici e anche con il Tutto.

Quando ascolto il vento, la pioggia e guardo le colline piene di alberi in cui vivo e sono immersa quotidianamente, mi sembra che ci sia un battito di vita comune, un unico cuore, un’unica Essenza divina a cui possiamo e siamo chiamati a connetterci ognuno con i propri tempi, con il proprio libero arbitrio e con la propria libertà di scelta più o meno consapevole.

Come la felicità, l’armonia, la fiducia, anche la libertà è una scelta e qual è il percorso più efficace e diretto per incontrarla se non il Rebirthing? Questo perché utilizza lo strumento che accomuna e connette tutti gli esseri viventi che è il RESPIRO.

 

Gisella Farchetti, Cuneo